Dec 26, 2023
David Bestué: Città di sabbia
Martí Llorens, Beaches during the construction of the Olympic Village, 1988.
Martí Llorens, Le spiagge durante la costruzione del Villaggio Olimpico, 1988. Stampa cromogenica, 17,7 × 23,9 cm. Fonte: Archivio fotografico di Barcellona.
Dal 10 giugno al 22 ottobre 2023, Fabra i Coats: Centro d'Arte Contemporanea di Barcellona ospiterà City of Sand di David Bestué, una mostra curata da Marta Sesé che propone un cambiamento nel modo in cui guardiamo la città di Barcellona.
Un'enorme tempesta trascina sulla sabbia della spiaggia lattine e plastica degli ultimi quarant'anni. I resti di un pozzo medievale, ora custoditi in un sacco da costruzione nel magazzino di un museo, custodiscono diverse vestigia che permettono di scoprire le abitudini quotidiane delle persone che erano qui molto prima che noi arrivassimo. Vicino all'Ospedale Vall d'Hebron, ammucchiati in un angolo, si trovano grandi pezzi di cemento che un tempo facevano parte del Campo Olimpico di Tiro con l'Arco, progettato da Enric Miralles e Carme Pinós per i Giochi Olimpici. Nel centro di Barcellona, in via Paradís, una ruota di mulino incastonata nel terreno segna il punto più alto di quella che era la città romana. David Bestué, che aveva tutti questi riferimenti in mente quando ha concettualizzato City of Sand, vede questa ruota come un elemento che divora tutto, schiacciando la città, trasformandola in sabbia.
Bestué intende la città come materiale e simbolo e contrappone l'idea onirica proiettata della città con immagini popolari e contrarie. In un certo senso, costruisce una contro-storia partendo da ciò che si può trovare ai margini, utilizzando scarti, resti e detriti. Piuttosto che costruire nuove immagini, City of Sand stabilisce una struttura per giocare con i tempi travagliati e disturbati – il passato non vissuto e recente, il presente e il futuro a venire – in modo da trovare i semi da cui le immagini della città – e la scultura – può essere raccolto, come un luogo di possibilità e forza. Sebbene in molti casi lavori con materiali destrutturati, utilizzando oggetti polverizzati al grado zero, il suo lavoro scultoreo è compositivo e propositivo. La mostra riunisce lavori nuovi e di recente produzione che integrano elementi materiali legati alla città che, in qualche modo, ne catturano la vita più efficace e poetica. Ci sono anche opere di diversa paternità che sono state prestate da varie istituzioni e che, in qualche modo, portano l'immagine collettiva di Barcellona.
Al piano terra sono esposti elementi del passato non vissuto dall'artista. Bestué riunisce, senza gerarchia né ordine, una serie di oggetti e materiali che formano una sorta di museo delle curiosità (spezzato), in cui si mescolano epoche storiche diverse e indefinite. Le immagini, raramente viste prima nelle mostre di Bestué, sono al centro della scena al primo piano. Siamo in un arco temporale che va, indicativamente, dal 1979 al 2011, dal primo consiglio comunale democratico alla fine di un'era e all'inizio di un nuovo paradigma politico. Bestué ha passato in rassegna tutte le edizioni del quotidiano La Vanguardia di questo periodo. Questo esercizio – contrariamente all’inerzia del materiale scultoreo – è un modo di lavorare con il tempo, con i fatti, riportandoli al presente. Le quattro proiezioni - distruzione, modelli, contra e fili, questi ultimi intesi come un modo di intrecciare temi che rimangono costanti in questa enorme lettura - sono in contrasto con una serie di modelli, che sono rappresentativi della città ideale proiettata, ambiziosa. Il presente e la potenza del futuro occupano il piano superiore: una parete, parzialmente ricoperta dai petali di diversi fiori presenti in città, si fonde con l'orizzonte; sopra di noi pendono pere zuccherate; una schiena desiderosa, fatta di rifiuti urbani come giornali, buganvillee e frammenti di pietra di una facciata e dei pilastri, ci avvolgono di erotismo e desiderio.